I Cappuccini a Caivano
Gli originari tratti storici prima descritti furono gli stessi che motivarono la presenza dei Cappuccini a Caivano nel corso del ‘500 e che portarono alla fondazione del locale convento extra urbano (1586). Prima di quella fondazione i cappuccini predicatori di transito trovarono un’accoglienza particolare, legata alla ospitalità offerta loro affettuosamente e devotamente da Scipione Miccio, che fu anche promotore della costruzione del loro convento in Caivano.
Sicuramente l’opera dei frati nel paese dovette essere ricca di frutti spirituali anche per la popolazione che decise ed operò per il loro stanziamento stabile nel luogo periferico di Caivano che si incontrava con il territorio di Cardito e di Crispano. Favorita dal comune di Aversa qualche decennio prima (1545) nel territorio diocesano già si era insediata nella periferia verso Giugliano una comunità di frati cappuccini, che aveva edificato un conventino attiguo alla chiesa dedicata a Santa Giuliana. L’espansione dei cappuccini sul territorio diocesano fu ben vista anche dal francescano papa Sisto V, il quale ad un anno dalla fondazione del convento di Caivano autorizzò nel 1587 con un suo breve la ricostruzione e l’ingrandimento di quello già esistente nel territorio di Aversa (G. PARENTE, Origini e vicende ecclesiastiche della Città di Aversa, 2 Voll., Napoli 1857-58; 1° Vol. p. 283). Il convento di Caivano fu costruito accanto ad una chiesetta, probabilmente già esistente dedicata allo Spirito Santo, e poi rimaneggiata per l’occasione dai frati, o forse costruita apposta per quella occasione secondo la supposizione di Domenico Lanna (D. LANNA, Frammenti storici di Caivano, Giugliano 1903; Ristampa a cura del Comune di Caivano, Frattamaggiore 1997, p. 32 e p. 295).
Nella trascrizione di un documento, non completamente perfetta per dati e nomi, riportata dallo stesso Lanna7 leggiamo direttamente gli eventi che portarono alla fondazione del convento dei Cappuccini in Caivano:
Copia etc: Il Convento dei RR. PP. Cappuccini della terra di Caivano si fondò l’anno 1586 essendo il Superiore Generale il P. Giacomo da Mercato Severino, e Provinciale il P. Basilio da Napoli Seniore sotto il Pontificato di Sisto V, regno di Filippo Il, essendo Vescovo d’Aversa Mons. Giorgio Mazzoli, il quale vi benedisse e pose la prima pietra. Scipione Miccio ne fu il principale fondatore unito a Battista di Miele di Caivano, e Paolo Chiarizia di Crispano. Ed il medico anche di Caivano per nome Antonio Pisano donò ducati mille contanti per la fabbrica di detto Convento; ed il Vescovo di Calvi dopochè il convento e la chiesa fu fabbricata, la benedisse. Il sito, nel quale è compreso il Convento e le sue pertinenze era di diversi padroni, diviso in diverse porzioni, le quali furono comprate per donarle ai Cappuccini da Scipione Miccio di Caivano, il quale non aveva figliuoli, ed era divotissimo dei Cappuccini, tanto da accettarli in casa sua nel passaggio, che facevano per Caivano. Si possedeva una di queste porzioni di terreno dai Mastri della Chiesa di S. Pietro di Caivano, e la venderono coll’assenso della Curia Vescovile di Aversa, applicando il prezzo in altra compra di terreno per essa Chiesa. Un’altra porzione fu venduta da Lucente Scotto. Un’altra porzione alienò Battista di Miele; un’altra ne rendè Paolo Chiarizia di Crispano; ed un altra Aniello Donadio. Le spese di fabbrica si fecero da esso Scipione Miccio, ma vi concorsero varie limosine dei particolari divoti dei Cappuccini. Il figlio del celebre medico Antonio Pisani diede mille ducati. La Terra seu il pubblico di Caivano addimandò i Cappuccini per dargli luogo nel loro tenimento. Il Vescovo di Calvi fece la solennità della prima pietra con concorso di popolo. Dopo le prime fabbriche se ne fecero altre ed altre, e finalmente si fece la Chiesa più ampia di quelle, che prescrivevano le costituzioni di detto ordine, e con essa il Monastero, e ciò a riguardo dell’aria bassa, ed in qualche maniera non salubre, e per accettare comodamente numerosa famiglia atteso la divozione degli abitatori della terra di Caivano, di altre vicine, che somministrano il bisognevole ai frati. La spesa della nuova fabbrica per l’economia tenuta dai Frati ascende a ducati … Nel passaggio che dalla Casa Barile fece il feudo nella famiglia Spinelli, si rilasciò tanto del prezzo quanto valessero le limosine, che si contribuivano dai Signori Barile, affinchè fossero perpetue a benifizio dei Cappuccini, come ora le godono. Lo stradone con la pioppiata, che comincia dalla Chiesa dei Cappuccini, e finisce al Casino è quarte 26 di terra, inclusa però altra parte di terra sita lungo detto stradone di quarte 4 in circa, in cui vi sono delle piante di gelsi. La terra, dal quale lo stradone, fu comprata alla ragione di ducati 50 a moggio, più dell’apprezzo di ducati…
Un interessante documento, ricavato dall’archivio parrocchiale di San Sossio in Frattamaggiore (Libri Parrocchiali di San Sosio – Frattamaggiore [De Juliano] Note del Parroco D. Giovan Stefano De Juliano, originario di Aversa. (Periodo della sua cura: dal 30 Novembre 1595 al 15 Luglio 1596), ci rimanda l’importante collocazione del convento cappuccino caivanese assunta già nei suoi primi anni di vita nel panorama devozionale del territorio. Le genti e i fedeli di quel tempo, infatti, lo predilessero subito come una delle mete fondamentali del pellegrinaggio locale:
+ EODEM DIE (XXI d’aprile 1596 domenica d’alba) ET AD FUTURAM REI MEMORIAM
Nota come hoggi predetto dì 21 d’Aprile 1596, domenica d’alba fecimo una processione Sollenda con tutti li misterii della passione di Cristo, e con tutti li misterii della concettione Santissima, e con la charità; et andaimo a Santa Eufemia, e depoi al casale di Cardito, et appresso alla chiesa delli Scappuccini di Caivano, e depoi al casale di Fratta piccola, e depoi ce ne ritornaimo con un bellissimo tempo, senza romore, ma tutti allegramente et quanti; e se vedero tutti li uomini di Fratta magiore, e tutte le donne cite, et maritate et vidue, che fo una vista bellissima; e la processione andò bene ordinata videlicet con tutti li misterii andavano prima, e depoi quaranta homini a dui a dui con le intorgie; et depoi lo crucifisso di Santa Maria della Gratia con li giovani vestiti e depoi lo crucifisso del Rosario con tutti li confrati vestiti, et depoi la …
Probabilmente per quell’antica processione di frattesi, svoltasi nella Domenica di Pasqua del 1596 tra i casali circostanti, il convento degli Scappuccini di Caivano dovette rappresentare la meta principale, sia per la distanza e sia per le iniziative devozionali e popolari che ivi si realizzavano. A questo proposito risulta utile la descrizione data da Gaetano Parente9 delle attività che proprio nella Domenica di Pasqua si realizzavano fin dall’antichità intorno all’altro convento cappuccino della Diocesi: In questo luogo, ch’è sito nel limite giurisdizionale di un territorio tra Aversa e Giugliano, fin dagli antichi tempi costumavano celebrare, i frati, una grande festa nel dì di Pasqua. Innanzi al sagrato della chiesa rizzavan di molte baracche, venditori d’ogni sorta mandorlato o seccumi, accorrendovi in folla compratori e divoti; così che l’improvvisa fiera o mercato addiveniva, in quel giorno, occasione di commercio, di spassi, di perdonanze…